La Buona Pausa Pranzo degli italiani: l’indagine Nomisma per l’Osservatorio CIRFOOD

14/09/2021

Migliaia di italiani, studenti e lavoratori, pranzano fuori casa almeno 3 o 4 giorni alla settimana. Ma quali sono le loro abitudini? Quanto tempo dedicano al cibo e con quali criteri scelgono cosa consumare? Queste sono alcune delle domande da cui è partita l’indagine condotta da Nomisma nel 2019 per l’Osservatorio CIRFOOD DISTRICT. Uno studio che ha coinvolto un campione di 1.200 persone di età compresa tra i 18 e i 55 anni, studenti e lavoratori, che pranzano fuori regolarmente.

All’indagine Nomisma si è affiancata la campagna #BuonaPausaPranzo, realizzata da Il Giornale del Cibo, magazine online di cultura gastronomica e informazione alimentare, edito da CIRFOOD. In questa occasione è stato chiesto ai lettori, una platea di oltre 70.000 utenti, quali siano le abitudini per il pranzo fuori casa e come vorrebbero migliorare questo importante pasto della giornata.

Dalle risposte è emersa l’attenzione alla sostenibilità, alla salute e al biologico, e la complessiva soddisfazione di chi può usufruire di un servizio di ristorazione aziendale rispondente a queste nuove sensibilità.

Tempi e luoghi della pausa pranzo

Da Nord a Sud la pausa pranzo accomuna gli italiani e, in base ai dati della ricerca di Nomisma, presenta caratteristiche simili, a partire dal tempo che lavoratori e studenti dedicano al pasto. Circa il 20% del campione, infatti, ha dichiarato di pranzare in meno di 20 minuti, mentre il 59% afferma che il tempo della pausa pranzo fuori casa è circa tra i 30 e i 40 minuti.

 

Durante la settimana, dunque, il tempo dedicato al pasto di metà giornata non è molto e, per quanto riguarda i lavoratori, il 43% è abituato a pranzare direttamente in ufficio almeno 2 o 3 volte alla settimana. Chi può (il 45% dei lavoratori e il 75% degli studenti) rientra a casa, anche solo per mangiare velocemente qualcosa preparato in precedenza.

Una pausa pranzo all'insegna della praticità

I dati raccolti da Nomisma ci raccontano anche quali sono le preferenze degli italiani. Il 65% dei lavoratori e il 78% degli studenti, infatti, opta per il pranzo cucinato e portato da casa, magari solo da scaldare prima di mangiare: tra le soluzioni più frequenti, quindi, insalatone d’estate, zuppe d’inverno e panini tutto l’anno. Una parte dei lavoratori, quando non è previsto il servizio di ristorazione aziendale, sperimenta anche con il delivery e il take away: il 21% del campione ha dichiarato di scegliere queste opzioni. Solo una piccola parte è abituata a mangiare al ristorante, che non viene scelto in base a formule vantaggiose come il menù a prezzo fisso, ma piuttosto alla vicinanza con il luogo di lavoro o di studio.

Chi può usufruire di un servizio di ristorazione aziendale ne è complessivamente soddisfatto: 7 intervistati su 10 dichiarano di apprezzarlo. Tra gli aspetti più graditi la professionalità e la gentilezza del personale, menzionati dal 76% degli interpellati, il gusto dei pasti, la varietà e rotazione dei menù, soddisfacenti per più del 64% del campione.

 

Bio, salutare e tradizionale: la pausa pranzo attenta

Le abitudini degli italiani sono cambiate negli ultimi anni e i dati raccolti da Nomisma non lasciano spazio a dubbi: gli stili alimentari adottati nel pranzo fuori casa sono orientati a salutismo e benessere. Nel concreto, gli italiani scelgono piatti light, ingredienti bio e, sempre più spesso, proposte ipocaloriche e iperproteiche.

Poche le differenze tra studenti e lavoratori: circa il 32/34% predilige piatti preparati con ingredienti naturali e biologici, e cresce anche l’attenzione al tema della sostenibilità, dell’impatto ambientale della produzione e della trasparenza della filiera, fattore di scelta sempre più significativo.

 

D’altro canto non sorprende come la cucina preferita resti quella italiana e, più in generale, mediterranea, indicata come prima scelta dal 90% del campione, mentre al secondo posto fa capolino quella orientale (giapponese e cinese), seguita da greca, messicana e brasiliana.

La pausa pranzo ideale degli italiani, secondo Nomisma, è gustosa, economica e veloce. Si prediligono la tradizione e gli ingredienti di qualità, con qualche apertura alle spezie e ai sapori più esotici purché dalle interessanti proprietà per l’organismo. Qualche esempio? Curcuma, curry e cumino, oltre a qualche superfood come mirtillo rosso, semi di chia e bacche di goji.

 

L'importanza del ristorante aziendale secondo i lettori del Giornale del Cibo

Sono stati oltre 70.000 gli utenti che, nel 2019, hanno interagito con i contenuti realizzati dalla redazione de Il Giornale del Cibo nell’ambito della campagna #BuonaPausaPranzo. ​​Con l’aiuto della dottoressa Barbara Paolini, specialista in Scienze dell’Alimentazione Dietetica e Nutrizione e coordinatrice Presidenti Regionali dell’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica, è stato elaborato un test di autovalutazione, composto da 15 domande.

I lettori che hanno partecipato, hanno dimostrato di avere delle corrette abitudini alimentari in pausa pranzo e un'elevata consapevolezza dell’importanza di una sana alimentazione. Staccare dalle attività quotidiane per poter mangiare è una priorità irrinunciabile per 8 utenti su 10 e la maggior parte di essi preferisce consumare un pasto completo in un locale con cucina. Solo il 35% ha dichiarato di lavorare in un’impresa che offre un servizio di ristorazione aziendale, ma per 8 persone su 10 questo è un elemento importante da offrire ai propri dipendenti.

Per conoscere tutti i dati della ricerca “Buona Pausa Pranzo”, compila il form e riceverai l’indagine completa via email!

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