IL CIBO PER LA GEN-Z: PRIORITÀ AD ALIMENTI ITALIANI, SOSTENIBILI E CHE RISPETTANO LA BIODIVERSITÀ

16/10/2023

La ricerca condotta da IPSOS per l’Osservatorio CIRFOOD DISTRICT mette in luce il rapporto delle giovani generazioni con cibo e ristorazione, facendo emergere una forte sensibilità verso un sistema alimentare più responsabile e sostenibile (91%).

Alimenti semplici e italiani, prodotti in modo sostenibile e in grado di incrementare il benessere fisico. Sono le caratteristiche principali che i giovani ricercano oggi nel cibo e nell’attuale sistema alimentare, secondo la ricerca condotta da IPSOS per l’Osservatorio CIRFOOD DISTRICT presentata in occasione del Primo Summit della Ristorazione Collettiva svoltosi oggi, lunedì 16 ottobre, presso CIRFOOD DISTRICT, centro di ricerca e innovazione inaugurato un anno fa a Reggio Emilia.  

La ricerca ha interessato ragazzi e ragazze tra i 16 e i 26 anni provenienti da tutta Italia che, mediante 500 interviste svolte secondo metodologia CAWI, hanno offerto una panoramica sulle loro abitudini alimentari e sul loro rapporto con il cibo, ponendo in evidenza tutti gli aspetti positivi e non dell’attuale contesto in cui viviamo.

Nel dettaglio, dalla ricerca emerge che il 73% dei giovani è soddisfatto del proprio peso e il 67% della forma del proprio corpo, grazie all’attività sportiva svolta e al rapporto con la nutrizione: in questo contesto lo studio evidenzia come i ragazzi siano consapevoli dell’importanza di corretti stili alimentari e sport, quale chiave per un migliore benessere fisico, seppur dichiarando alcune difficoltà nel mantenere in equilibrio il rapporto tra alimentazione e salute (per il 27% questo equilibrio è sempre o spesso difficile da tenere, per il 44% è qualche volta complesso).

Per la Gen-Z, evidenzia la ricerca, il cibo deve essere semplice (36%) senza ricette o ingredienti complessi, un momento di svago (24%) per imparare nuove ricette, nuovi ingredienti e culture, leva per migliorare la propria salute (22%) e per ricaricare le energie (20%). Da un punto di vista della qualità, per i giovani risultano rilevanti prodotti Made In Italy (38%), alimenti sostenibili (27%), realizzati senza l’uso di antibiotici o ormoni (27%) e che provengano da allevamenti rispettosi del benessere animale (26%). Emerge così una chiara consapevolezza da parte dei giovani del proprio ruolo all’interno del sistema alimentare e a favore di modelli che siano responsabili e sostenibili.

Il 91% degli intervistati, infatti, ha dichiarato di essere d’accordo sulla necessità di ripensare il modo in cui il cibo viene prodotto e consumato, prediligendo un sistema globale alimentare più sostenibile, a svantaggio di modelli che al contrario accelerano fenomeni quali la deforestazione, il cambiamento climatico e il deterioramento della biodiversità.

“Da sempre la nostra impresa è consapevole dell’importanza dell’ascolto della società e delle comunità a cui rivolge i propri servizi di ristorazione. È a partire da qui che, anche grazie all’attività dell’Osservatorio CIRFOOD DISTRICT, ci impegniamo a promuovere percorsi di ricerca che ci aiutino a leggere e interpretare il presente per anticipare i trend di consumo del futuro” ha affermato Chiara Nasi, Presidente di CIRFOOD nel corso dell’intervento conclusivo del Summit. I risultati di questa indagine evidenziano, da parte della Gen Z, una continua ricerca di modelli alimentari che consentano loro di mantenere in equilibrio salute, alimentazione e soddisfazione di sé e del proprio corpo. In questo contesto, il ruolo di CIRFOOD - che nutre ogni giorno centinaia di migliaia di persone in scuole, aziende e strutture sociosanitarie - deve essere quello di accompagnare le nuove generazioni verso un approccio al valore del cibo che sia sempre corretto, sereno e consapevole”.

Lo studio indaga anche gli alimenti irrinunciabili per i giovani, tra i quali emergono pizza (50%) e pasta (42%), ma anche frutta fresca (42%), carne bianca (39%), riso e cereali (38%).

Contestualmente, la ricerca ha valutato il rapporto dei giovani con il mangiare fuori casa, facendo emergere come, nonostante le complessità del contesto odierno date anche dall’inflazione, il 66% di essi cena almeno una volta a settimana fuori casa, in ristoranti italiani, fast food e pub. I pasti fuori casa, infatti, rappresentano un’importante occasione di socialità per la Gen-Z, per incontrare i propri amici (34%), per provare cibi nuovi e diversi dal solito (31%) e per trascorrere momenti speciali con il proprio partner (26%).

La ricerca, allo stesso tempo, ha analizzato le “Community of sentiment” della relazione tra giovani e cibo, mettendo in luce il vissuto degli intervistati. In tal senso, sono stati individuati quattro campi: i pacificati (44%) ovvero coloro che vivono il cibo con una certa serenità, gli sregolati (25%) in conflitto col proprio corpo, i compiaciuti (16%) attenti alla cura del corpo, curato con un’alimentazione informata e naturalista e, infine, gli esigenti (15%) che selezionano solo gli alimenti che fanno bene o che mangiano in modo monotematico.

“Uno degli aspetti più interessanti di questa ricerca emerge proprio dall'analisi delle Community, e riguarda le contraddizioni emerse tra ciò che viene dichiarato e quello che invece appare essere il reale rapporto con il cibo, il corpo e l’alimentazione da parte degli appartenenti alla Generazione Z. Se da una parte gli intervistati si dichiarano piuttosto soddisfatti della propria persona e del proprio peso, la maggioranza, il 56%, mostra comunque una relazione in tensione con il cibo (anche se con diverse gradazioni) mentre il 44% è “pacificato”, cioè ha un rapporto disteso con il cibo. Purtroppo, un quarto degli intervistati appartiene al campo degli “sregolati”, persone che hanno una relazione conflittuale e complessa con il cibo. Emerge quindi una fotografia dicotomica di questa generazione, che ad un rapporto titubante con il cibo e all’incertezza tra realtà e modelli stereotipati, abbina una grande consapevolezza sui temi della sostenibilità e dell’importanza fondamentale del cibo come leva per la socialità e le relazioni con gli altri” ha concluso Enzo Risso, Direttore Scientifico IPSOS.

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