La conoscenza e la promozione delle buone abitudini alimentari cominciano e si consolidano in famiglia, ma la ristorazione scolastica ha un ruolo fondamentale nell’indirizzare i bambini verso scelte sane e consapevoli.
Il refettorio della scuola, infatti, è il luogo in cui i più piccoli possono acquisire delle consuetudini che permetteranno loro di avere un buono stato di salute anche da grandi: in un contesto di socialità e sotto la guida di operatori e insegnanti, i bambini hanno la grande opportunità di scoprire nuovi cibi e di interiorizzare in modo naturale indicazioni e consigli di benessere.
Per questo l'Osservatorio CIRFOOD DISTRICT ha chiesto proprio agli insegnanti cosa ne pensano a riguardo, e ha ascoltato le loro voci tramite una ricerca realizzata da IPSOS, che ha coinvolto 150 docenti delle scuole primarie di tutta Italia, al fine di analizzare le loro percezioni e la loro idea di mensa del futuro, inteso quale luogo in cui i più piccoli possono crescere e sviluppare comportamenti salutari e sostenibili.
Cosa pensano gli insegnanti della mensa scolastica?
L’indagine, che ha coinvolto i docenti mediante modalità CAWI e focus group, rientra all’interno delle ricerche realizzate dall’Osservatorio CIRFOOD DISTRICT, che mirano a orientare la progettazione e le attività del CIRFOOD DISTRICT in ambito Education.
La ricerca di IPSOS ha voluto dare voce ai docenti, protagonisti del percorso di crescita degli studenti e fruitori del servizio di ristorazione scolastica, al fine di analizzare le loro percezioni e la loro idea di mensa del futuro, inteso quale luogo in cui i più piccoli possono crescere e sviluppare comportamenti salutari e sostenibili.
“Il coinvolgimento degli insegnanti è stato fondamentale per conoscere il loro punto di vista e i bisogni a esso legati riguardo a un servizio che noi tutti riteniamo essenziale per il benessere dei più piccoli, soprattutto dopo questi anni fortemente influenzati dalla pandemia” ha commentato Chiara Nasi, Presidente CIRFOOD, durante la presentazione dei dati.
Convivialità e educazione: la funzione del pasto a scuola
Per gli insegnanti, il pasto a scuola rappresenta un momento di relazione e piacere (60%), un’importante occasione di convivialità (55%) e educazione (43%) per i più piccoli. I dati hanno evidenziato che, durante questa pausa, la relazione con gli alunni è considerata uguale nel 52% dei casi, o migliore (40%), ovvero più felice e positiva, rispetto alle ore di lezione, anche grazie a un confronto ancor più empatico dato dalla libertà di chiacchierare, di muoversi e di socializzare.
Inoltre, per i docenti la pausa pranzo in mensa è un contesto in cui i bambini possono socializzare tra loro (96%), accrescere la propria autonomia (91%) e trovare momenti di collaborazione con gli altri (80%). Il pasto a scuola rappresenta anche un’occasione educativa (88%) e un’opportunità di crescita e sviluppo dei bambini (84%).
Dieta bilanciata e stagionalità dei prodotti: gli insegnanti apprezzano il menu scolastico
Il pasto nelle scuole deve essere veicolo di una cultura dell’alimentazione basata sulla sostenibilità, sul rispetto dell’ambiente e sull’inclusione. Nella ricerca condotta da IPSOS per l'Osservatorio CIRFOOD DISTRICT, gli insegnanti hanno avuto modo di valutare anche il menu attualmente proposto nella ristorazione scolastica. Nel complesso, i dati sono positivi ed evidenziano come, secondo i docenti, le proposte rispettino l’importanza di una dieta bilanciata (82%), siano attenti alla stagionalità dei prodotti (80%) e diversificati sulla base delle necessità legate ai regimi alimentari dei bambini (74%).
Prospettive per “il Refettorio del Futuro”: sostenibilità e più coinvolgimento dei bambini
Partendo dalle informazioni raccolte, IPSOS ha poi chiesto agli insegnanti come vorrebbero la mensa del futuro. Le prime necessità emerse comprendono un servizio in grado di valorizzare ulteriormente gli aspetti educativi della pausa pranzo, soprattutto quelli legati alla sostenibilità. I docenti, infatti, valutano positivamente le iniziative che prevedono l’introduzione di bag antispreco per dare una seconda vita agli alimenti non consumati a tavola e l’uso di brocche o erogatori di acqua per ridurre l’utilizzo della plastica.
Gli intervistati, inoltre, vorrebbero che il momento della pausa pranzo a scuola fosse per i più piccoli un’occasione per incrementare la propria autonomia, indipendenza e responsabilità, grazie ad una maggiore collaborazione tra studenti e operatori per le attività connesse al pasto, ossia apparecchiare (40%), sparecchiare (64%), raccogliere e differenziare i rifiuti (57%).
Qual è il menu ideale della mensa scolastica?
L'ultima parte dell’indagine, anche in questo caso, riguarda il menu della mensa ideale e conferma l’attenzione verso la sostenibilità e il rispetto per l’ambiente. Secondo gli intervistati, dovrebbe essere prima di tutto ricco di ingredienti di stagione (62%), gustoso (54%), con alimenti locali e biologici. Infine, secondo una percentuale considerevole, ovvero il 76% degli insegnanti, la pausa pranzo a scuola dovrebbe durare tra i 45 minuti e l’ora, una durata ideale, a loro parere, per trasformare il pranzo in un momento di vera relazione e convivialità, dando loro modo, inoltre, di apprendere corretti e sani stili di vita. Scoprire nuovi sapori e l’origine dei prodotti, sviluppare una propria conoscenza ed educazione al gusto e al consumo consapevole, farà di loro degli adolescenti e poi degli adulti orientati al benessere e capaci di fare le scelte migliori per la loro salute.
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